Alcune specie di orchidea si sono
specializzate nell'arte... della truffa. Ebbene sì, per aumentare le
possibilità di riprodursi grazie all'intervento dei preziosissimi insetti
impollinatori alcune orchidee hanno inventato delle strategie davvero ingegnose
e sorprendenti.
Se le piante non vi affascinano molto e pensate che siano solo tutte
dell'erba immobile e passiva, leggendo questo post cambierete completamente
idea!
Vi propongo un pezzetto della mia tesi di laurea triennale: buona lettura!
Foto di Ophrys
apifera (Wikipedia)
La
riproduzione sessuale nelle Orchidee può avvenire mediante autoimpollinazione o
mediante impollinazione incrociata attuata da insetti (impollinazione
entomofila), durante le quali i pollinodi (agglomerati di polline) entrano in contatto con lo stimma.
Il
fenomeno dell'autoimpollinazione può avvenire in seguito al semplice distacco
dei pollinodi che cadono sullo stimma sottostante, per curvatura delle
caudicole dei pollinii che depositano direttamente il polline sullo stimma
sottostante (es Ophrys apifera Huds. 1762, che frequentemente
ricorre all'autoimpollinazione) o per cleistogamia, cioè per autofecondazione
prima che avvenga l'apertura del fiore. Ciò avviene ad esempio nel Limodorum
abortivum (L.) Sw., 1799, che, nonostante produca nettare, viene di rado
visitato dagli insetti impollinatori e ricorre con maggior frequenza
l'autoimpollinazione.
L'impollinazione
incrociata è la modalità di riproduzione più frequente tra le Orchidaceae ed è
prevalentemente entomofila, cioè a carico di insetti impollinatori (soprattutto
imenotteri, più raramente attuata da coleotteri, lepidotteri, ditteri,
ortotteri). Degno di nota è il rapporto spesso specie-specifico che esiste tra
l'orchidea ed il suo insetto impollinatore: emblematico è il caso delle
osservazioni di Charles Darwin sullo sperone dell'orchidea tropicale Angraecum
sesquipedale, lungo 30 cm, che gli fece dedurre che doveva esistere un insetto
impollinatore dotato di una spirotromba con analoghe dimensioni. Tale deduzione
venne confermata con la scoperta del lepidottero sfingide Xanthopan
morganii (Walker, 1856), le cui dimensioni della spirotromba
combaciano con quelle dello sperone dell'orchidea.
Quando
si parla di impollinazione incrociata nelle Orchidee vanno menzionati anche i
meccanismi con cui le Orchidee attraggono gli insetti pronubi, essendo
generalmente sprovviste di nettare. Fu nuovamente Charles Darwin, che confermò
l'assenza di nettare in molte specie di Orchidea, a scrivere che
l'impollinazione nelle Orchidee gli sembrava "completamente incredibile"
e che "le api devono perseverare nel visitare fiore dopo fiore[...] nella
speranza di ottenere un nettare che non è mai presente". Nel tardo
1900, Pouyanne (1917) e Coleman (1927) scoprirono indipendentemente che alcune
Orchidee, senza produrre nettare, mimano i segnali di accoppiamento degli
insetti e sono impollinate da maschi che tentano di accoppiarsi con il fiore.
Ci sono voluti ulteriori anni per stabilire che molte Orchidee non producono
mai un compenso ma che imitano dei segni attrattivi per imbrogliare gli
impollinatori (Daumann 1971; Faegri e van der Pijl, 1979). Questa imitazione
può evolvere in segnali che sono di importanza per l'impollinatore in vari
contesti biologici come un substrato per la cova, per la ricerca di cibo o per
l'accoppiamento (Wiens, 1978; Vogel, 1993).
I
meccanismi sviluppati dalle orchidee nel tempo per attrarre gli insetti
impollinatori sono suddivisi sostanzialmente in tre categorie: food-deception
(produzione di sostanze con la profumazione identica a quella di fiori con
nettare), sexual-deception (produzione di feromoni identici a quelli della
femmina della specie dell'insetto pronubo e modificazione del labello per
assomigliare alla femmina dell'insetto pronubo, tipico del genere Ophrys
L.) e shelter-deception.
Le
specie dette food-deceptive imitano un range di sostanze attraenti floreali,
tra cui forma del fiore, colore e profumazione, che sono associati
dall'impollinatore ad una ricompensa alimentare (Vogel, 1983; Nilsson, 1983,
1992; Dafni, 1984; Roy e Widmer, 1999). Sebbene l'inganno alimentare sia
ampiamente diffuso tra le piante (Vogel, 1993; Thakar et al., 2003), nelle
Orchidee circa 1/3 della famiglia, approssimativamente 10.000 specie, sono
food-deceptive (Dafni, 1984; Ackerman, 1986; Nilsson, 1992). Inoltre, questa
strategia si è evoluta ripetutamente in indipendenti lignaggi di Orchidee
(Johnson et al., 1998; Cameron et al., 1999; Cozzolino et al., 2001; Bateman et
al., 2003). Le orchidee sono in grado di riprodurre moltissimi aromi
vegetali quali quello di giacinto, rosa, vaniglia, cioccolato, agrumi.
L'Orchidea Anacamptis coriophora presenta due sottospecie diverse: subsp
fragrans che profuma e subsp. coriophora che emana uno sgradevole odore di
cimice.
Il
caso più spettacolare di mimica floreale è la sexual-deception (mimetismo
sessuale), al momento nota solo nelle Orchidee, in cui il fiore imita alcune
caratteristiche peculiari (es pelosità e colorazione) ed i feromoni di
certe specie di insetti per ingannare i maschi che, scambiando il fiore con una
femmina, lo impollinano durante una "pseudocopula". Come la
food-deception, la sexual-deception si è evoluta più volte ed è rappresentata
dal genere europeo Ophrys (che include specie presenti anche
in Liguria), dal genere Sud Africano Disa e da nove
generi australiani (Dafni e Bernhardt, 1990; Steiner et al., 1994; Pridgeon et
al., 1997).
L' inganno olfattivo tipico del mimetismo sessuale riguarda proprio la produzione di feromoni identici a quelli della femmina della specie dell'insetto impollinatore. Uno studio condotto nel 2016 da Bohman et al. riguardante la chimica legata al mimetismo sessuale ha messo in evidenza che specifiche miscele di alcani ed alcheni sono implicate nelle specie che attuano questa strategia riproduttiva. Gli alcani esono composti a base di atomi di carbonio ed idrogeno molto comuni nei vegetali in quanto costituiscono le cere protettive che proteggono dalla disidratazione, dall'impatto dei raggi UV, dagli agenti patogeni e dai parassiti, e la loro produzione è governata da diversi geni e complessi enzimatici. Xu et al. ipotizzò correttamente che gli alcheni sintetizzati dal genere Ophrys L. derivino dallo stesso meccanismo biosintetico degli alcani, con l'eccezione di un passaggio aggiuntivo di desaturazione (SAD), precedente alla fase di allungamento della catena lunga. La scoperta di geni/alleli SAD responsabili delle differenze degli alcani tra specie conferma l'ipotesi che queste Orchidee sono le prime candidate per la rapida speciazione genica nell'impollinazione guidata e che quindi l'evoluzione del mimetismo sessuale è più flessibile di quello che finora si pensava.
L' inganno olfattivo tipico del mimetismo sessuale riguarda proprio la produzione di feromoni identici a quelli della femmina della specie dell'insetto impollinatore. Uno studio condotto nel 2016 da Bohman et al. riguardante la chimica legata al mimetismo sessuale ha messo in evidenza che specifiche miscele di alcani ed alcheni sono implicate nelle specie che attuano questa strategia riproduttiva. Gli alcani esono composti a base di atomi di carbonio ed idrogeno molto comuni nei vegetali in quanto costituiscono le cere protettive che proteggono dalla disidratazione, dall'impatto dei raggi UV, dagli agenti patogeni e dai parassiti, e la loro produzione è governata da diversi geni e complessi enzimatici. Xu et al. ipotizzò correttamente che gli alcheni sintetizzati dal genere Ophrys L. derivino dallo stesso meccanismo biosintetico degli alcani, con l'eccezione di un passaggio aggiuntivo di desaturazione (SAD), precedente alla fase di allungamento della catena lunga. La scoperta di geni/alleli SAD responsabili delle differenze degli alcani tra specie conferma l'ipotesi che queste Orchidee sono le prime candidate per la rapida speciazione genica nell'impollinazione guidata e che quindi l'evoluzione del mimetismo sessuale è più flessibile di quello che finora si pensava.
L'
insetto impollinatore dunque, attratto con l'inganno olfattivo e visivo,
atterra sul labello del fiore ed effettua una pseudocopula (tentativi di
accoppiamento) che consentono ai pollìnii di aderire facilmente, grazie alla
loro natura adesiva, al suo capo. Quando l'insetto vola via i pollìnii,
ancora aderenti ad esso, subiscono una flessione di circa 90 gradi in avanti
per disidratazione e contrazione che gli fa assumere una posizione per cui,
quando l'insetto visiterà un altro fiore, si troveranno esattamente all'altezza
dello stigma, alla cui superficie vischiosa aderiranno facilmente per dare
inizio alla fecondazione.
Tale specificità tra impollinatore ed orchidea è frutto di processi coevolutivi tra i due organismi ed è tale che a volte ad una determinata specie impollinata corrisponde una specifica specie di insetti impollinatori.
Tale specificità evidenzia l'importanza, nella conservazione di queste specie, di tutelarne anche gli impollinatori specifici.
Tale specificità tra impollinatore ed orchidea è frutto di processi coevolutivi tra i due organismi ed è tale che a volte ad una determinata specie impollinata corrisponde una specifica specie di insetti impollinatori.
Tale specificità evidenzia l'importanza, nella conservazione di queste specie, di tutelarne anche gli impollinatori specifici.
Bibliografia
E' un pezzo della mia tesi di laurea triennale, gli autori citati sono inseriti nel testo.
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